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Forfettone 2008. Conviene o no?
Thread poster: Alice Bellia
Alice Bellia
Alice Bellia  Identity Verified
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Dec 11, 2007

Ciao a tutti!

Non so se avete sentito che con la nuova Finanziaria 2008, entrerà il nuovo regime detto "forfettone" ovvero "Semplificazioni fiscali per i contribuenti minimi e marginali".

Vi copio gli aspetti principali:

"Viene previsto a partire al 1 gennaio 2008 un nuovo regime che prevede particolari semplificazioni e agevolazioni ai fini Iva e del reddito, per le persone fisiche esercenti attività di lavoro autonomo o di impresa, che nell’anno solar
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Ciao a tutti!

Non so se avete sentito che con la nuova Finanziaria 2008, entrerà il nuovo regime detto "forfettone" ovvero "Semplificazioni fiscali per i contribuenti minimi e marginali".

Vi copio gli aspetti principali:

"Viene previsto a partire al 1 gennaio 2008 un nuovo regime che prevede particolari semplificazioni e agevolazioni ai fini Iva e del reddito, per le persone fisiche esercenti attività di lavoro autonomo o di impresa, che nell’anno solare precedente abbiamo conseguiti ricavi non superiori a 30.000 euro.

Condizioni soggettive sono dunque:

* ricavi o compensi dell’anno precedente, ragguagliati ad anno, non superiori a 30.000 euro;
* mancanza di cessioni all’esportazione;
* mancanza di spese per lavoratori dipendenti o collaboratori;
* mancanza di acquisti nel triennio solare precedente di beni strumentali, anche mediante contratti di appalto e di locazione, pure finanziaria, per un ammontare complessivo superiore a 15.000 euro.

Vantaggi:

* aliquota d’imposta sostitutiva pari al 20 per cento;
* pagamento delle imposte in un’unica soluzione;
* non soggezione agli studi di settore;
* esclusione dall’obbligo di presentazione degli elenchi Iva clienti e fornitori;
* esclusione da IRAP
* determinazione del reddito con il criterio di cassa anche da parte delle imprese
* riduzione degli adempimenti contabili.

Niente addebito di Iva e no detrazione Iva sugli acquisti

I contribuenti minimi non addebitano l’imposta sul valore aggiunto a titolo di rivalsa e non hanno diritto alla detrazione dell’imposta sul valore aggiunto assolta.
Restano deducibili i contributi previdenziali versati.

Possibilità di optare per il regime ordinario e Cessazione del regime

I soggetti che rientrano nel regime dei contribuenti minimi possono optare per l’applicazione dell’imposta sul valore aggiunto e delle imposte sul reddito nei modi ordinari. L’opzione, valida per almeno un triennio, è comunicata con la prima dichiarazione annuale da presentare successivamente alla scelta operata. Trascorso il periodo minimo di permanenza nel regime normale, l’opzione resta valida per ciascun anno successivo, fino a quando permane la concreta applicazione della scelta operata.
Il regime dei contribuenti minimi cessa di avere applicazione dall’anno stesso in cui i ricavi o i compensi percepiti superano i 30.000,00 euro di oltre il 50 per cento e comporta l’applicazione del regime ordinario per i successivi tre anni. Se invece i compensi non sono superiori del 50% il regime cessa dall’anno successivo.
(art.4 c. da 1 a 21) (Da sito Fiscoetasse.com)


Che ne pensate? La non detraibilità dell'iva mi tange poco visti i miei pochi costi, però ho scoperto che anche in questo regime (come quello agevolato dei 3 anni di cui beneficio) non si può detrarre assolutamente niente, anche qui copio da un forum:

"- deduzioni come per es. la previdenza integrativa, i versamenti ad
ONLUS;
- detrazioni come per es. quelli relativi agli interessi del mutuo,
alle spese mediche, assicurazioni sulla vita, asili nido...
- detrazioni per figli o familiari a carico.
Versando il 20% forfetario si perderanno inoltre gli eventuali
vantaggi derivanti dalla progressività dell'imposizione."

Quindi mi chiedo se sia effettivamente vantaggioso, oltre al fatto (e qui chiedo a chi possiede agenzia) che mi chiedo se a un titolare di agenzia italiana convenga o meno un freelancer a cui non deve versare l'iva e che quindi non se la può scaricare. Non ho proprio idea

Io ho intenzione di parlare col mio tutore all'agenzia per maggiori info, però volevo sentire la vostra opinione in merito.

Grazie!


Alice
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Daniele Martoglio
Daniele Martoglio  Identity Verified
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Ti rispondo all'ultima domanda... Dec 11, 2007

Menade wrote:

Quindi mi chiedo se sia effettivamente vantaggioso, oltre al fatto (e qui chiedo a chi possiede agenzia) che mi chiedo se a un titolare di agenzia italiana convenga o meno un freelancer a cui non deve versare l'iva e che quindi non se la può scaricare. Non ho proprio idea


Per agenzie non cambia niente.

- Se la tua tariffa è 100+IVA, tu a loro costi solo 100.

- Se la tua tariffa è 100 e basta, perchè non sei un soggetto IVA, a loro costi sempre solo 100.

Invece per i privati (ammesso che tu abbia lavoro con i privati) se non sei soggetta ad IVA sei più economica, perchè per l'uomo della strada l'IVA è un costo...

Daniele


 
Luciano Drusetta
Luciano Drusetta
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Ma è sicuro che le nostre fatture sarebbero senz'IVA? Dec 12, 2007

Menade wrote:

I contribuenti minimi non addebitano l’imposta sul valore aggiunto a titolo di rivalsa e non hanno diritto alla detrazione dell’imposta sul valore aggiunto assolta.



Premetto che abbiamo Partita IVA e che lavoriamo in casa.

A noi interesserebbe questa cosa del "forfettone", perché lavorando principalmente per agenzie italiane, produciamo molta IVA che non riusciamo a compensare con le pochissime spese scaricabili che facciamo: piccola cartoleria, ricambi per computer, software, dizionari, e un nuovo computer quando dobbiamo comprarlo... ogni morte di Papa, giusto per tenere dietro ai necessari aggiornamenti e per lavorare su macchine moderne e affidabili. Ma ovviamente, un computer non lo si compra mica ogni anno!

Questo è un punto che non è chiaro nemmeno a me, e che volevo farmi chiarire da un commercialista: come cambierebbero le nostre fatture se scegliessimo il forfettone?

E poi giustamente, anche noi ci chiediamo: come reagirebbero le agenzie se iniziassimo a emettere fatture senza IVA? Anche se per loro non è una voce di spesa, potrebbero avere piacere a scaricare un po' di IVA pure loro, no? E se non sbaglio, l'opzione del "forfettone" vale per almeno tre anni, e se nel frattempo perdiamo lavoro perché alle agenzie non piace questa novità?

Un conto è essere esentati dal conteggio di carico/scarico dell'IVA per pagare, in cambio, un'imposta forfetaria senza però cambiare nulla nella fatturazione.

Un altro conto è cominciare a emettere fattura senza IVA: con quale motivazione? In virtù di quale articolo? Che diciture mettiamo in fattura?

E se non emettiamo più IVA, allora perché continuare a pagare l'IVA sugli articoli che acquistiamo? Dovremmo forse chiedere anche ai nostri fornitori che ci emettano fatture senz'IVA?

Urge qualcuno che ci illumini.

Luciano


 
Fabio Scaliti
Fabio Scaliti  Identity Verified
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L'IVA non è nostra Dec 12, 2007

Ciao a tutti,

non capisco questi dilemmi sull'IVA. In termini spicci, non sono soldi nostri.

Incassate l'IVA, parcheggiatela su un conto online a parte, dimenticatela, e versatela all'erario quando ve la chiederà.

Altrimenti, se siete audaci, investitela a breve termine per farla rendere qualche spicciolo percentuale mentre staziona nelle vostre tasche.

Per un'agenzia, poi, penso non cambi nulla dover pagare l'IVA a un collaboratore esterno, o
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Ciao a tutti,

non capisco questi dilemmi sull'IVA. In termini spicci, non sono soldi nostri.

Incassate l'IVA, parcheggiatela su un conto online a parte, dimenticatela, e versatela all'erario quando ve la chiederà.

Altrimenti, se siete audaci, investitela a breve termine per farla rendere qualche spicciolo percentuale mentre staziona nelle vostre tasche.

Per un'agenzia, poi, penso non cambi nulla dover pagare l'IVA a un collaboratore esterno, o versarla allo Stato. Comunque uscirebbe dalle loro casse.

My 2 cents,

Fabio Scaliti

P.S.
Alternativa alla Pieraccioni:
Come dice la Carlina ne "Il Ciclone": "io l’IVA la spendo!"
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Barbara Micheletto
Barbara Micheletto
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Non è possibile... Dec 12, 2007

che le agenzie versino comunque l'IVA sulle cifre da noi fatturate direttamente allo Stato? La mia commercialista mi ha assicurato che per le agenzie non cambia nulla, io ho già chiesto a un'agenzia mia cliente e mi ha risposto che per loro è uguale, l'importante è che i traduttori mantengano la partita Iva. Presumibilmente ci sarà una dicitura specifica da aggiungere in fattura citando la legge, ecc. Speriamo di avere presto notizie più precise, comunque mi sembra senz'altro un'opzione van... See more
che le agenzie versino comunque l'IVA sulle cifre da noi fatturate direttamente allo Stato? La mia commercialista mi ha assicurato che per le agenzie non cambia nulla, io ho già chiesto a un'agenzia mia cliente e mi ha risposto che per loro è uguale, l'importante è che i traduttori mantengano la partita Iva. Presumibilmente ci sarà una dicitura specifica da aggiungere in fattura citando la legge, ecc. Speriamo di avere presto notizie più precise, comunque mi sembra senz'altro un'opzione vantaggiosa.

B.
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Daniele Martoglio
Daniele Martoglio  Identity Verified
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Oj oj oj.... Dec 13, 2007

Luciano & Marianna Drusetta wrote:

Premetto che abbiamo Partita IVA e che lavoriamo in casa.

(...)

E poi giustamente, anche noi ci chiediamo: come reagirebbero le agenzie se iniziassimo a emettere fatture senza IVA? Anche se per loro non è una voce di spesa, potrebbero avere piacere a scaricare un po' di IVA pure loro, no?

Urge qualcuno che ci illumini.


Se vuoi ti illumino figliolo, ma mi sembra che invece della candelina ti ci vogliono le fotoelettriche dell'esercito! Scusate l'ironia, ma Giobbe (e Gianfranco, il nostro Giobbe di Proz) evidentemente hanno più pazienza di me...

Io capirei se tu non avessi ben chiaro il messaggio del Guru Illuminato sul Settimo Livello di Conoscenza della Fede della Setta dei Piripilù.. ma l'IVA è una cosa così astrusa e inenarrabile, che può essere compresa solo dopo anni di profonda meditazione trascendentale?

La risposta è NO.

Forse i traduttori sono persone semplici, che non distinguono la mano destra dalla sinistra, e quindi non possono comprendere concetti elevati come l'IVA?

La risposta è nuovamente NO.

Allora perchè questo problema? Penso che è un problema di pigrizia mentale. E su questo i commercialisti ci SUPERMANGIANO! Loro Don Abbondio e voi il povero Renzo... Don Abbondio-Commercialista inizia: in base all'articolo 16 comma 9, e il povero traduttore stropiccia nervosamente il suo cappello attendendo il vaticinio...

Vi siete offesi? OTTIMO! OFFENDETEVI! Perche non siete stupidi! Uno magari legge questo post, si offende, si impunta, come si dice a Roma "ci va di puzza", e per non passare per stupido nella vita si informa e allora il mio post è servito!

Qualche tempo fa avevo fatto un post "didattico" sull'IVA negli scambi intracomunitari, che comunque in qualche modo comprende la risposta alla domanda di Luciano. Li vi è un esempio di vendita senza IVA - sarebbe lo stesso per un acquisto senza IVA:

Qui: http://www.proz.com/post/640451#640451

Dopo aver scritto quel post mi ero quasi sentito in colpa, che spiegavo le cose come la maestrina dalla penna rossa, ma invece c'e' proprio bisogno di capire certe cose dalle basi...

Il problema è che non bisogna dare una rispostina a Luciano. Il problema è la rispostina. La rispostina sembra che risolve il problema. Invece ognuno dovrebbe sentire la responsabilità di capire che se vuole fare il lavoratore autonomo, perchè questo siamo, ha la responsabilità di conoscere le regole del gioco.

Gianfranco lo spiega all'infinito.

In Polonia esistono almeno due buoni libri, di alfabetizzazione alla conduzione di impresa. Ma in italiano non c'è niente?

Lancio la domanda a voi che vivete in Italia. Girate per le librerie. Cercate. Magari trovate un buon titolo. Passiamo parola su ProZ.

Picchiamo i traduttori che non lo leggono. Prendiamoli in giro. In maniera che lo leggano.

Noi abbiamo due controparti essenziali: i clienti e lo stato. Dobbiamo conoscere le regole del gioco. Basta. Non ci sono "ma". Altrimenti chiudiamo bottega e facciamo i dipendenti...

Sono stato cattivo, ma qualche volta bisogna essere cattivi... Il medico pietoso fa la piaga purulenta.

Pensateci. Io sogno che tra qualche giorno esce fuori un post qui che qualcuno ha trovato un libro chiarissimo che spiega tutte queste cose...

Daniele



[Edited at 2007-12-13 01:23]


 
Luciano Drusetta
Luciano Drusetta
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Grazie Dec 13, 2007

Daniele Martoglio wrote:

In Polonia esistono almeno due buoni libri, di alfabetizzazione alla conduzione di impresa. Ma in italiano non c'è niente?



Caro Daniele, ti ringrazio per la lezioncina, che trovo particolarmente pungente e inutile.

Sono stato io stesso conduttore di impresa all'estero per diversi anni.

Non è colpa mia se in Italia le normative sono fumose e i mezzi di comunicazione di massa qui disinformano, più che informare.

Ho già preso appuntamento con il nostro commercialista, ma nel frattempo mi sarebbe piaciuto dialogare con altri traduttori alla pari, da collega a collega, senza dovermi sorbire lezioni non richieste.

Luciano


 
Alice Bellia
Alice Bellia  Identity Verified
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Grazie :) Dec 13, 2007

Ringrazio tutti coloro che sono intervenuti e chi ho sentito privatamente, a quanto pare l'iva nn presenta alcun intralcio nella scelta del forfettone, quindi a questo punto attendo anno nuovo per discuterne all'agenzia delle entrate, visto che comunque il regime entra in vigore da gennaio.

Buone feste a tutti! (Sperando prive di lavori)


Alice


 
Daniele Martoglio
Daniele Martoglio  Identity Verified
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Rispostina Dec 13, 2007

Luciano & Marianna Drusetta wrote:

lezioncina (...) inutile.



Allora ecco la rispostina alla domanda posta: "come reagirebbero le agenzie se iniziassimo a emettere fatture senza IVA? Anche se per loro non è una voce di spesa, potrebbero avere piacere a scaricare un po' di IVA pure loro, no?

Risposta:

Caso 1: Traduttore con IVA - Mario Ivoso

L'agenzia ALIBABA compra dal signor Mario Ivoso una traduzione a 100 euro + IVA, e la rivende al cliente Ciccio Ciolafabbrica per 1000 euro + IVA.

Conti in tasca a ALIBABA:

- Incassa da Ciccio Ciolafabbrica 1200 euro (1000+200 di IVA)
- Dovrebbe ridare 200 euro di IVA allo stato
MA
- Paga 120 euro a Mario Ivoso traduttore (100+20 di IVA)

- Dice allo stato: "I miei 20 euro dei 200 che ti dovevo dare, te li da Mario Ivoso, quindi eccoti il resto: 180 euro!"

ALIBABA paga allo stato 180 euro di IVA
Gli altri 20 li ridà attraverso Mario Ivoso.
L'IVA che era stata pagata da Ciccio Ciolafabbrica è stata ridata allo stato.

ALIBABA ha guadagnato 900 euro (1000-100). Su questi 900 euro pagherà le tasse.

Caso 2: Traduttore SENZA IVA - Novello Nonciolliva

L'agenzia ALIBABA compra dal signor Novello Nonciolliva una traduzione a 100 euro E BASTA, e la rivende al cliente Ciccio Ciolafabbrica per 1000 euro + IVA.

Conti in tasca a ALIBABA:

- Incassa da Ciccio Ciolafabbrica 1200 euro (1000+200 di IVA)
- Paga 100 euro a Novello Nonciolliva
- Deve ridare 200 euro di IVA allo stato
QUINDI

ALIBABA paga allo stato 200 euro di IVA

L'IVA che era stata pagata da Ciccio Ciolafabbrica è stata ridata allo stato.

ALIBABA ha guadagnato 900 euro (1000-100). Su questi 900 euro pagherà le tasse.

Differenza per ALIBABA tra il caso 1 e il caso 2: NESSUNA

Ho provato a cercare in rete se ci fosse una qualche spiegazione chiara su cosa sia l'IVA e non ho trovato molto.

In italiano una cosettina: http://www.pbmstoria.it/dizionari/dizcittadino/schede/020.htm

In inglese/francese/tedesco sul sito UE: http://ec.europa.eu/taxation_customs/taxation/vat/how_vat_works/index_en.htm

Daniele



[Edited at 2007-12-13 11:48]


 
Isabel Booth
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polemica a parte ... Dec 13, 2007

Daniele, mi sono piaciuti molto i tuoi personaggi!
Perché non scrivi tu una guida per Auto Nomosono?!


 
Luciano Drusetta
Luciano Drusetta
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Nessuna polemica Dec 13, 2007

...ma forse non ci capiamo.

L'analisi "tecnica" e "burocratica" di Daniele è ineccepibile, ma non tiene conto dei sottili risvolti "psicologici" che (almeno qui in Italia) spesso si intrufolano nei rapporti fra agenzie e freelance.

Ripeto che quello di cui abbiamo bisogno non è una lezione generica sul concetto e sull'applicazione dell'IVA, ma di una informazione precisa e concreta sulle conseguenze reali e concrete dell'eventuale scelta di aderire al "forfettone", pe
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...ma forse non ci capiamo.

L'analisi "tecnica" e "burocratica" di Daniele è ineccepibile, ma non tiene conto dei sottili risvolti "psicologici" che (almeno qui in Italia) spesso si intrufolano nei rapporti fra agenzie e freelance.

Ripeto che quello di cui abbiamo bisogno non è una lezione generica sul concetto e sull'applicazione dell'IVA, ma di una informazione precisa e concreta sulle conseguenze reali e concrete dell'eventuale scelta di aderire al "forfettone", perché le informazioni fornite dai media sono molto laconiche.

Dato che qui non si riesce a sapere in concreto e con certezza come funzionerà la cosa (forse il forum non è frequentato da commercialisti), per quel che mi riguarda l'unica "rispostina" che mi compete è: chiediamo al commercialista punto e basta.

Luciano
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Tatsiana Rakhavetskaya
Tatsiana Rakhavetskaya
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Ma ci deve essere qualche motivo Dec 13, 2007

Daniele Martoglio wrote:

Differenza per ALIBABA tra il caso 1 e il caso 2: NESSUNA



per il quale alcune agenzie non lavorano con i traduttori senza partita IVA?


 
Christel Zipfel
Christel Zipfel  Identity Verified
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Penso che abbia a che fare... Dec 13, 2007

Leanida wrote:

Daniele Martoglio wrote:

Differenza per ALIBABA tra il caso 1 e il caso 2: NESSUNA



per il quale alcune agenzie non lavorano con i traduttori senza partita IVA?


... con quel perverso meccanismo - tipicamente italiano - per cui tu agenzia, se il tuo traduttore, del cui reddito complessivo tu non sei tenuta a sapere assolutamente nulla - e d'altronde come fai a saperlo?? - , supera i 5.000 euro all'anno (il limite per aprire la partiva IVA), vai incontro a non so quali sanzioni asssurde.

Quindi le agenzie si coprono le spalle privilegiando magari un traduttore titolare di partita IVA - e francamente le capisco!

Questo lo so per sentito dire, correggetemi se sbaglio. Ma effettivamente ogni tanto si legge di agenzie che vogliono solo traduttori con P.I. e questa mi sembrava l'unica spiegazione.



[Bearbeitet am 2007-12-13 20:23]


 
Alice Bellia
Alice Bellia  Identity Verified
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Per riprendere l'argomento... Dec 13, 2007

Leanida wrote:

Daniele Martoglio wrote:

Differenza per ALIBABA tra il caso 1 e il caso 2: NESSUNA



per il quale alcune agenzie non lavorano con i traduttori senza partita IVA?



Immagino che l'osservazione sia rivolta a chi rilascia notule, e non ai possibili contribuenti minimi che si avvaleranno del forfettone. Iva o non Iva, la partita iva rimane (anche se il nome diventa così motivo di confusione).



Alice

P.s.: e come non citare la perla dei Monty Python "Iva..iva..ivaff****lo si sprecheranno!"


 
Daniele Martoglio
Daniele Martoglio  Identity Verified
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FINALMENTE avete spiegato il motivo delle VOSTRA CONFUSIONE! Dec 14, 2007

Leanida wrote:
per il quale alcune agenzie non lavorano con i traduttori senza partita IVA?


Christel Zipfel wrote:
Questo lo so per sentito dire, correggetemi se sbaglio. Ma effettivamente ogni tanto si legge di agenzie che vogliono solo traduttori con P.I. e questa mi sembrava l'unica spiegazione.


Con gli ultimi due post, ho capito di che cosa vi preoccupate!

E finalemente posso rispondere, e spiegarvi di che si tratta!

Leggete attentamente questo mio post, perchè c'e' un'enorme confusione tra due concetti diversi, che trattate come se foste la stessa cosa!

Il concetto di "numero di partita IVA"

Nell'ambito commerciale esistono "imprese" e "privati". Possiamo chiamarli in mille modi, ma provo a far capire che cosa crea la distinzione:

IMPRESA
Detta anche "azienda" oppure "ditta", anche le parole non sono del tutto sinonimi, è qualcosa che EMETTE FATTURE per i servizi che vende, e che AUTONOMAMENTE E COMPLETAMENTE paga le tasse per i redditi prodotti.

Se voi comprate un vocabolario e pagate 12 EUR (10 EUR + IVA) la libreria (IMPRESA) ci penserà lei a versare la vostra IVA allo stato e a pagare le tasse sui suoi guadagni (ossia sulla parte dei 10 EUR che costituisce guadagno una volta tolte tutte le spese della libreria).

PRIVATO
Tutto ciè che non è un'impresa! Un traduttore che lavora a ritenuta d'acconto NON E' UN'IMPRESA dal punto di vista giuridico ed economico perchè NON EMETTE FATTURA (nel senso italiano del termine) e soprattutto perchè NON PAGA in maniera AUTONOMA E COMPLETA le tasse per i redditi prodotti.

Se un PRIVATO (traduttore) lavora a ritenuta d'acconto e fissa un prezzo di 100 (lordo), l'IMPRESA che lo paga verserà per lui il 20% di acconto sulle sue tasse, e il privato avrà la responsabilità di integrare quest'acconto sulle imposte con la parte mancante oppure di richiedere allo stato la quota di imposte versate in eccesso (se guadagna poco è soggetto a tassazione MINORE del 20%, se guadagna molto è soggetto a a tassazione MAGGIORE del 20%, ma per legge è stato stabilito che l'IMPRESA non essendo un veggente con la sfera di cristallo versa sempre il 20% che è un ragionevole valore medio).

La logica sottostante
E' importante porsi la domanda: Perchè?
Tutto è molto ragionevole. La legge tratta il PRIVATO come un semi-minorenne dal punto di vista commerciale, mentra l'IMPRESA è maggiorenne. Non si permette al privato di incassare fisicamente il lordo, perchè lo stato non si fida di lui. Il privato è incontrollabile, il privato è privo di cultura imprenditoriale, il privato non sa, o si dimentica che parte del lordo che ha ricevuto lo deve ridare allo stato. Allora lo stato gli dice: "Prima che ti spendi tutto il lordo, comprese le MIE tasse, in birre, vestiti, pizze, vacanze ai tropici, l'impresa che ti paga, lei stessa, mi versa a me, stato, un 20% delle tue tasse". Lo stato pensa: "Se è scemo e si spende tutto mi incazzerò con lui che non mi paga tutte le tasse che mi deve, ma almeno il 20% l'ho salvato".
Perchè lo stato si fida dell'impresa? Lo stato ha molti motivi per farlo. Sottolineo i principali.

1) L'impresa è controllabile. Ha una sede, dove deve essere conservata la contabilità (può essere fisicamente conservata presso il commercialista che cura tale contabilità, questo non fa nessuna differenza).

2) L'impresa ha "cultura d'impresa". L'impresa non può dire come farebbe la signora Maria "ahhhhhhhh, le tasse!!!!!!!! una volta ho sentito parlare delle tasse.. ma che parte dei soldi guadagnati me li dovevo mettere da parte? E 'mo che faccio? Signor ufficiale giudiziario che posso pagare le tasse in scarpe? Guardi ne ho 100 paia, tutti i soldi li ho spesi in scarpe.." L'impresa sa che le tasse vanno pagate, sa che un'aliquota non è una nuova linea area low-cost, eccetera...

3) Nel caso delle ritenute d'acconto da pagare ad un privato, l'impresa non ha nessun interesse a non pagarle. Mi spiego: Un'impresa si trova ad avere tassati i suoi guadagni con un'aliquota SICURAMENTE MAGGIORE del 20%. Se per esempio è una SRL, paga (attualmente) il 33%. Per non pagare il 20% di ritenuta d'acconto al privato che le ha venduto il servizio, dovrebbe farlo al nero. Pagando 80 al nero, perde 80 dai suoi guadagni netti. Se invece paga con ritenuta d'acconto per 100 lordi, dando 80 al privato e versando 20 allo stato, ha pagato 100, ma li mette tutti e 100 come spese, e quindi risparmia 33 di tasse. Quindi il costo è di 67, e non di 80.

Se non avete capito il punto 3, andate avanti, non è importante. L'importante è che allo stato conviene che sia l'impresa a versare almeno parte delle tasse dei privati che lavorano per suo conto.

Torniamo ora alla domanda iniziale, di Leanida e Christel:


per il quale alcune agenzie non lavorano con i traduttori senza partita IVA?
(...)ogni tanto si legge di agenzie che vogliono solo traduttori con P.I.


Ragioniamo. Per l'IMPRESA pagare un'altra IMPRESA (ossia qualcuno che emette fattura) è facilissimo: ricevo il servizio e la fattura, faccio un bonifico all'impresa fornitore, registro la fattura. Fine.

Invece un'IMPRESA che deve pagare un PRIVATO si accolla una bella rottura di palle.
- Intanto non deve pagare solo il privato (con l'80% del valore del servizio) ma anche lo stato, con il restante 20%.
- La parte da versare allo stato probabilmente verrà versata in scadenze fisse, quindi i due versamenti avvengono separatemente (complicazione, testa da perderci).
- Alla fine dell'anno ad ogni PRIVATO che ho pagato in questo modo, dovrò inviare un resoconto riepilogativo dei soldi che io IMPRESA ho pagato allo stato per conto del PRIVATO - traduttore.
- Poichè ogni PRIVATO può lavorare per me, IMPRESA, più volte l'anno, devo tenere una cartella (di carta, informatica, non importa) sulla persona, dove ogni singolo versamento è collegato a lui.
Praticamente l'impresa vi fa da semi-commercialista!
Non vi sembra un motivo sufficiente per non voler collaborare con traduttori che non sono imprese?

A me, PERSONALMENTE, si. Io per esempio collaboro solo con traduttori-collaboratori che mi possono emettere FATTURA, ossia che sono IMPRESE (individuali, ma questo non è importante. Jan Kowalski è un'impresa, la Fiat è un'impresa. Amen.)

-----------------------------------------
Nota successiva: in realtà in Italia motivo della semplicità è ridotto, come si può leggere nella nota aggiunta in fondo.
-----------------------------------------

Esiste un secondo motivo per cui le IMPRESE sono meno invogliate a collaborare con PRIVATI: il non essere impresa rivela il fatto di essere perlomento novellini! Il che non vuol dire che il novellino non può essere bravo, ma l'impresa dorme sogni tranquilli se ha "qualcosa" che la convince che il traduttore X ha stoffa da vendere...

Per usare una metafora un traduttore che è IMPRESA (ha partita IVA) e non PRIVATO (lavora a ritenuta d'acconto) è un pò come se avesse un buon rating nella Blueboard..

Ed ora la domanda cruciale:

CHI E' "IMPRESA" E CHI NON E' "IMPRESA"?

Risposta: "in ITALIA è impresa chi ha un numero di partita IVA".

Il numero di partita IVA è un'identificatore unico che viene attribuito a chi crea un'IMPRESA.

Va riportato sulle FATTURE (in senso italiano del termine) e quindi PUO' EMETTERE FATTURA chi ha "numero di partita IVA". Per essere impresa bisogna avere il numero di partita IVA e il possesso del numero di partita IVA determina il fatto di essere un'impresa.

Posso essere un'IMPRESA e non avere un numero di partita IVA? NO

Posso avere un numero di partita IVA e non essere un'IMPRESA ? NO

Il motivo della confusione

Il problema che è fonte di confusione in Italia è la parola "IVA" inserita nella frase "numero di partita IVA". Quel magico numeretto in Polonia si chiama "Numero di Identificazione Fiscale" così è in molti paesi europei.

In realtà, possedere un numero di partita IVA e quindi essere un'IMPRESA, non vuol dire assolutamente essere per forza un soggetto che applica l'IVA nelle fatture che emette, e che versa allo stato l'IVA così incassata!

Se guardate questo schema:
http://ec.europa.eu/taxation_customs/resources/documents/taxation/vat/traders/vat_community/vat_in_EC_annexI.pdf

vi accorgete che in 23 paesi della UE (ossia l'85% degli stati UE) esistono le "Exemption for small enterprises". Ossia le "piccole imprese" (ogni stato fissa un criterio di piccolezza) sono esentate dal dover gestire l'IVA: emettono FATTURE SENZA IVA, e non versano ovviamente l'IVA allo stato non avendola incassata. Hanno una semplificazione della contabilità e questo le aiuta a crescere. Per questo gli stati permettono questa esenzione IVA, perchè aiuta le pianticelle giovani dell'economia a crescere....

L'Italia in quello schema è segnata come "none". Da quello che avete scritto qui, il FORFETTONE 2008 sarebbe l'inizio di questo regime di "small enterprises" in Italia.

Chi sceglie il FORFETTONE quindi:

- E' una IMPRESA, emette fattura.
- E' "comoda" da gestire per le altre imprese, e le imprese (agenzie di traduzioni) volentieri collaboreranno con voi
- NON INCASSA IVA e non la versa

Non smettete di essere IMPRESA per il fatto di non applicare l'IVA sulle vostre fatture!

Speso che ora ogni cosa sia chiara.. La nota che ho aggiunto sotto è solo per gli "esperti" gli altri la possono non leggere per non confondersi le idee

Daniele

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Nota aggiunta successivamente. In realtà leggendo il post http://www.proz.com/topic/44122 e fidandomi di Angela, pare che in Italia esiste un meccanismo in base al quale un'IMPRESA paga comunque la ritenutà d'acconto sugli importi dovuti all'IMPRESA fornitrice (immagino che riguardi solo il caso di prestazioni di servizi, non so), nel caso di regime ordinario. Una bella palla e poi non capisco perchè se io, IMPRESA, compro un computer e ricevo fattura pago il 100% LORDO e basta e se compro una traduzione devo pagare 80% al FORNITORE e 20% allo stato separatamente... Tra l'altro mi chiedo se sia OBBLIGATORIO chiedere al proprio cliente di versare l'acconto di tasse a proprio nome o se sia un'opzione scelta dal fornitore per rompere le palle al suo cliente. E in ogni caso sono sicuro che un traduttore con partita IVA a regime ordinario (Angela, per esempio) se fa fattura al signor Mario Uomodellastrada, non PUO' indicare la ritenuta d'acconto. Ma non potete NON INDICARLA MAI, incassarvi il vostro 20% e pagarvele voi le tasse, e non Mamma Cliente a vostro nome? Bella domanda per Angela e per tutti quelli in partita IVA a regime ordinario...
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[Edited at 2007-12-14 16:59]


 
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Forfettone 2008. Conviene o no?






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